di Marco Fantini
Gli esercizi a vocal tract semi-occluso o SOVTE (Semi Occluded Vocal Tract Exercises) sono esercizi di riscaldamento vocale che si basano sulla parziale occlusione del vocal tract durante la fonazione. Sono impiegati da molto tempo in tutto il mondo come approcci volti a ridurre la tensione eccessiva del tratto vocale e a migliorare la qualità risonanziale della voce. Inizialmente sono stati sfruttati da cantanti e professionisti della voce come esercizi di riscaldamento; più recentemente hanno iniziato ad essere inseriti in approcci riabilitativi logopedici. Essi hanno come principio comune una riduzione dell’area coronale del vocal tract nella sua parte distale (in corrispondenza o vicino alle labbra) che determina un incremento di impedenza acustica del vocal tract. In fisica, l’impedenza acustica è la grandezza che descrive come un fluido si oppone al passaggio delle onde sonore. L’impedenza non è sinonimo di resistenza, infatti è descritta dalla formula:
Z = R + iX
in
cui R rappresenta la resistenza e X la reattanza. A differenza
della resistenza, la reattanza è una grandezza che descrive la capacità di un
sistema di immagazzinare energia sotto forma di energia inerziale che può
essere reimmessa nel sistema stesso (per cui si parla di reattanza inertiva).
L’impedenza acustica descrive quindi la resistenza e la reattanza del mezzo
attraversato dalle onde sonore. In questo senso si può affermare che il
complesso sorgente vocale + vocal tract rappresenti un sistema non lineare, in
cui esistono forti interazioni di feedback tra la sorgente e il filtro, in
grado di influenzarsi reciprocamente.
L’aumento
di impedenza nel vocal tract si accompagna ad un incremento della pressione
sopraglottica e ad una riduzione della pressione transglottica (rappresentata
dalla differenza tra la pressione sotto e sopraglottica). La bassa
pressione transglottica garantisce una produzione vocale economica dal punto di
vista del carico di lavoro sulle corde vocali e al tempo stesso favorisce la
comparsa di forti feedback vibratori lungo il vocal tract. L’impedenza acustica
è quindi un elemento molto importante ai fini della produzione vocale: se
l’impedenza aumenta eccessivamente la pressione sopraglottica eguaglia la
pressione sottoglottica e la vibrazione cordale cessa; tuttavia un incremento
di impedenza acustica nel vocal tract tale da garantire una pressione transglottica
sufficientemente bassa risulta benefico in termini di economia ed efficienza
vocale. In base a quanto esposto, si può ipotizzare che l’applicazione dei
SOVTE aiuti a raggiungere una produzione vocale economica ed efficiente
(massimo risultato con minimo sforzo)[1].
I
SOVTE esplicano le loro funzioni agendo a vari livelli e determinando
cambiamenti di natura aerodinamica, vibratoria ed acustica nell’organo
vocale[2] [3][4][5][6][7].
Titze
ha teorizzato le ragioni per cui un aumento di impedenza (in particolare di
reattanza) del vocal tract possa risultare benefico ai fini della produzione
vocale [8], influenzando la
funzione della sorgente sonora a due livelli:
1.
Interazioni di natura acustico-aerodinamica: l’impedenza nel vocal tract
influenza le caratteristiche (ampiezza e contenuto armonico) del flusso
glottico e dell’onda sonora. La fonazione che avviene con F0 vicina F1
garantisce una riduzione del flusso glottico ma allo stesso tempo una
produzione vocale ricca in armonici. L’incremento di impedenza nel vocal tract
ottenibile con i SOVTE favorirebbe un decremento della frequenza della prima
formante e faciliterebbe la produzione di una frequenza fondamentale (F0)
vicina ad F1, permettendo all’esecutore di sperimentare una produzione
vocale più economica in termini di lavoro ma allo stesso tempo efficiente dal
punto di vista della ricchezza armonica [2] [6]. La relazione
favorevole di vicinanza tra F0 ed F1 è stata descritta in molti studi [9] [10]
[11] [12] [13], tra cui studi di analisi di SOVTE [14] [15] [16] [17].
2.
Interazioni di natura meccano-acustica: la pressione nel vocal tract influenza
le caratteristiche vibratorie cordali. È stato dimostrato che la pressione di
soglia fonatoria o phonatory threshold pressure (PTP) - che rappresenta
la minore pressione sottoglottica richiesta per innescare la vibrazione cordale
- può essere ridotta incrementando l’impedenza
del vocal tract [18] [19] . La PTP tende ad aumentare
dopo un eccessivo uso vocale [20] e a volte dopo esercizi vocali sostenuti ad alte frequenze [21]. La riduzione del PTP al contrario facilita
l’onset vocale e riduce il carico di lavoro sulle corde vocali [22]. Una bassa
PTP garantisce inoltre un più ampio range di valori di pressione sottoglottica
sfruttabili ai fini della fonazione. I SOVTE promuovono quindi variazioni
dei pattern vibratori cordali favorendo una minore richiesta di lavoro
muscolare a parità di output vocale, garantendo così un incremento
dell’economia vocale[23].
Esistono
molti tipi di esercizi caratterizzati dalla parziale occlusione del vocal
tract. Alcuni di essi possono essere eseguiti autonomamente, altri richiedono
l’ausilio di particolari dispositivi meccanici.
I
primi annoverano alcuni tra gli esercizi vocali di più ampia diffusione, come i
trilli linguali, i trilli labiali, le fricative bilabiali [β:], gli hummings e i suoni nasalizzati, ma anche
i finger kazoo (fonazione a labbra protruse e poggiate contro il dito indice
che funge da elemento resistivo), i finger-trills (esercizi in cui il trillo è
ottenuto con un dito che si muove ritmicamente tra le labbra) e la mano contro
la bocca (che crea una sorta di camera di resistenza).
Tra
i secondi, alcuni dei più noti sono rappresentati dagli esercizi vocali con i
tubi di risonanza (resonance tubes) e la variante LaxVox, gli esercizi con le
cannucce (flow resistance straws) o con le mascherine da ventilazione.
I
tubi di risonanza rappresentano una tecnica Finlandese nata negli anni ’60,
proposta da Antti Sovijarvi dell’Università di Helsinki. Tale tecnica prevede
l’impiego di tubi di vetro di lunghezza e diametro variabile, la cui estremità
prossimale viene tenuta tra le labbra, mentre l’estremità distale può essere
tenuta libera in aria o sotto la superficie dell’acqua contenuta in un
bicchiere o in una bottiglia [24]. Similmente, la variante LaxVox prevede
l’impiego di tubi di silicone la cui estremità distale è tenuta sotto il
livello dell’acqua [25] (Link 2). La tecnica della fonazione con le cannucce è
stata proposta da Ingo Titze dell’Università dell’Utah (Salt Lake City) [22]
[32] e
prevede l’esecuzione di esercizi vocali con comuni cannucce (di diametro e
lunghezze variabili) tenute tra le labbra (Link 1).
Link 1: Ingo Titze dimostra la modalità di impiego delle
cannucce nel riscaldamento vocale
Link 2: tecnica Lax Vox
L’impiego
della mascherina è stato proposto da Alfonso Borragan Torre (Centro di
Foniatria e Logopedia, Santander), e prevede la fonazione all’interno di una
maschera facciale da ventilazione posta sul volto, il cui raccordo viene
occluso con il palmo della mano (Figura 1).
Tutti
gli esercizi descritti hanno come comune denominatore l’aumento della resistenza
al flusso espiratorio durante la fonazione e quindi un incremento pressorio
retrogrado nel vocal tract, con le conseguenze fisico-acustiche sopra
illustrate.
Figura1. Maschera da ventilazione |
I
SOVTE hanno una lunga storia di impiego nello studio del canto e nei
professionisti della voce, sia come esercizi di riscaldamento/defaticamento sia
come mezzi per incrementare le potenzialità vocali. Alcuni studi hanno
dimostrato miglioramenti nella qualità vocale percepita e in alcuni parametri acustici
vocali immediatamente dopo l’esecuzione di SOVTE [27] [28] [29] [30] [31].
Più
recentemente i SOVTE hanno trovato una certa diffusione anche in ambito
riabilitativo tra i logopedisti specializzati nella patologia vocale. Titze
sostiene che gli esercizi a vocal tract semi-ostruito siano in grado di ridurre
l’impatto di collisione tra le corde vocali durante la fonazione, risultando ad
alta economia vocale [32]. In effetti i SOVTE
sembrerebbero rappresentare un valido strumento riabilitativo in grado di
migliorare la qualità vocale, limitare i traumatismi cordali e ridurre
l’ipercinesia laringea in soggetti disfonici [17] [33].
Uno
studio recente di Guzman et al. ha indagato gli effetti a breve termine sulla
fonazione dopo esercizi con tubi di risonanza e cannucce [34], dimostrando come
tali esercizi possano avere effetti positivi sia in ambito di didattica vocale
sia in ambito riabilitativo. Per quanto riguarda la qualità vocale, vari studi hanno riscontrato effetti positivi quali un decremento del valore assoluto del Singing Power Ratio (SPR,
differenza in dB tra i picchi armonici più intensi nelle finestre 0-2000Hz
e 2000-400Hz del power spectrum) e un incremento dell’energia spettrale
nella zona cluster della formante di canto. Questo dato ha trovato riscontro
nell’incremento del rapporto tra l’area trasversale ipofaringea e quella
epilaringea osservato in TC. Anche le analisi percettive hanno confermato
complessivamente una migliore qualità vocale dopo gli esercizi proposti. Dal
punto di vista terapeutico, i reperti di imaging di una migliore chiusura
velare, un allargamento faringeo e un abbassamento laringeo suggerirebbero
possibili impieghi di tali esercizi nella correzione dell’ipernasalità e delle
ipercinesie laringee.
SOVTE A CONFRONTO e CLASSIFICAZIONE
Un
recente studio di Andrade et al. ha messo a confronto e classificato alcuni dei
SOVTE più diffusi [35]. Gli esercizi presi in
considerazione sono stati gli hummings, il trillo linguale, il trillo labiale,
la mano sulla bocca, il LaxVox, le cannucce e il trillo linguale combinato con
la mano sulla bocca. Gli esercizi sono stati classificati in due gruppi
sulla base di indagini elettroglottografiche ed acustiche (Fig 4):
- GRUPPO 1 - statici (hummings, mano sulla bocca e cannucce): tali esercizi sfruttano una singola sorgente vibratoria nel vocal tract (le corde vocali) e sono caratterizzati da un valore stabile di quoziente di chiusura glottica (CQ) e F0. In questo gruppo di esercizi si determina un minore valore F1-F0, quindi teoricamente una maggiore impedenza (reattanza), che si accompagna ad una maggiore economia fonatoria.
- GRUPPO 2 - fluttuanti (trilli labiali, trilli linguali e LaxVox): tali esercizi usano una sorgente vibratoria secondaria nel vocal tract, con fluttuazione di CQ ed F0. Questo garantisce una sorta di “effetto massaggio” sulle cavità del vocal tract, attraverso un feedback vibratorio positivo. In questi esercizi il valore F1-F0 è più alto rispetto a quello degli esercizi di gruppo 1, determinando minori variazioni di impedenza nel vocal tract e una minore economia vocale.
Da
queste premesse risulta che i due gruppi di esercizi abbiano presupposti
e conseguenze sulla fonazione leggermente diversi. Il massimo guadagno
vocale sembrerebbe derivare dalla combinazione di un esercizio di gruppo 1
(statico) con un esercizio di gruppo 2 (fluttuante). Come esemplificato nello
studio in questione, l’abbinamento del trillo linguale (esercizio fluttuante)
con la mano sulla bocca (esercizio statico) garantisce il mantenimento del
feedback vibratorio sul vocal tract, ma allo stesso tempo favorisce una
riduzione del valore F1-F0 (Fig 5).
Figura 3. Relazione tra CQ ed F1-F0 tra SOVTE di gruppo 1, gruppo 1 + 2 e gruppo 2 [35] |
CONCLUSIONI
I
SOVTE risultano validi esercizi per il riscaldamento, il defaticamento e la
riabilitazione vocale. Le evidenze disponibili in letteratura sembrano
confermare la loro efficacia sia in ambito canoro che logopedico. Sicuramente i vantaggi più grandi forniti dai SOVTE sono rappresentati dal fatto che:
Certo è che i SOVTE non devono essere considerati come "miracolosi", bensì vanno eseguiti con cognizione e sotto la supervisione di un esperto in materia (insegnante o logopedista).
I più grandi limiti degli studi fino ad ora condotti su questo argomento sono rappresentati dalla mancanza di risultati a lungo termine e dallo scarso numero di soggetti mediamente arruolati negli studi. Disponendo di una grande varietà di esercizi a vocal tract semi-occluso e di premesse scientifiche incoraggianti, un futuro obiettivo potrebbe consistere nello studio degli effetti dei diversi SOVTE con indagini più “forti” dal punto di vista scientifico (es. RCT) e in varie categorie di soggetti (stratificati per genere, età, stile canoro, tipo di patologia etc). Si potrà così garantire in futuro l’applicazione di tali tecniche in maniera sempre più personalizzata a seconda degli ambiti e delle esigenze.
- sono esercizi a basso costo vocale, mettono "al sicuro" la voce durante il warming up.
- sono esercizi ad alta efficienza (garantiscono una produzione vocale più economica, ma al contempo favoriscono più brillantezza e proiezione vocale dopo il warming up).
- sono esercizi che innescano forti feedback somatosensitivi (stimoli pressori e vibrotattili) che incrementano la sensazione di comfort fonatorio e consentono al performer/paziente di lavorare sulla propriocezione vocale.
Certo è che i SOVTE non devono essere considerati come "miracolosi", bensì vanno eseguiti con cognizione e sotto la supervisione di un esperto in materia (insegnante o logopedista).
I più grandi limiti degli studi fino ad ora condotti su questo argomento sono rappresentati dalla mancanza di risultati a lungo termine e dallo scarso numero di soggetti mediamente arruolati negli studi. Disponendo di una grande varietà di esercizi a vocal tract semi-occluso e di premesse scientifiche incoraggianti, un futuro obiettivo potrebbe consistere nello studio degli effetti dei diversi SOVTE con indagini più “forti” dal punto di vista scientifico (es. RCT) e in varie categorie di soggetti (stratificati per genere, età, stile canoro, tipo di patologia etc). Si potrà così garantire in futuro l’applicazione di tali tecniche in maniera sempre più personalizzata a seconda degli ambiti e delle esigenze.
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Salve Dott. Fantini, sono un Logopedista esperto nel trattamento della voce parlata ed artistica.
RispondiEliminaVolevo farle i miei sinceri complimenti per questo articolo, scritto davvero bene ed in modo esaustivo!
Grazie :)
RispondiEliminaGarzoglio Emma logopedista settembre 2019
La ringrazio dott. Fantini per il suo articolo chiaro e completo, da anni mi occupo di riabilitazione vocale che insegno a Genova nel corso di laurea in logopedia. Mi ha fatto comprendere meglio la funzione degli esercizi che da tempo utilizzo e lavorando soprattutto con i cantanti in conservatorio, ne ho potuto valutare l’efficacia ma qualche volta anche la dipendenza. Mi piacerebbe confrontarmi con qualche collega! La ringrazio