“The voice gets to the soul of a person more than any other instrument. Because it’s the voice. It sings talks, it cries, it laughs, it squeals, it barks, it shouts it whispers, There is no other instrument that can do that. We’re born with it.” – Bobby McFerrin

lunedì 18 gennaio 2016

VOCOLOGIA: LA SCIENZA DELLA VOCE

di Marco Fantini

Il termine “vocologia” è stato impiegato pubblicamente per la prima volta nel 1989 da George Gates, otorinolaringoiatra dell’Università di Washington, in occasione della Pacific Voice Conference di San Francisco, facendo riferimento al libro di Ingo Titze intitolato appunto Vocology: the Science and Practice of Voice Habilitation (Vocologia: la Scienza e la Pratica dell’Abilitazione Vocale).  In effetti la paternità del termine è da tributare a Ingo Titze, PhD, scienziato della voce, direttore del National Center for Voice and Speech presso l’università di Utah – Salt Lake City.
La prima rivista scientifica a riportare il termine “vocologia” nel titolo fu Logopedics Phoniatrics Vocology, dal 1997. L’anno seguente Katherine Verdolini Abbott, PhD, cantante e scienziata della voce presso l’Università di Pittsburgh, pubblicò sulla citata rivista l’articolo Guida alla Vocologia, che pose le basi per una concettualizzazione della disciplina.
Come suggerisce Ingo Titze, in senso lato “vocologia” indica la scienza che si occupa dello studio della voce. Va da sé che lo studio della voce – a maggior ragione se con approccio scientifico  – è una disciplina tutt’altro che semplice, soprattutto se pensiamo alla definizione che viene data al fenomeno voce da Oskar Schindler: “la voce si può definire come una sonorità (suono, rumore o entrambi) prodotta direttamente o indirettamente dal corpo umano con valenza informativa o comunicativa”. 
In quanto disciplina professionale, la vocologia viene descritta da Titze come la scienza e la pratica dell’abilitazione vocale, che include interventi di tipo valutativo, diagnostico e comportamentale. Si può notare che, in questa definizione, viene posta enfasi sul concetto dell’abilitazione piuttosto che su quello dell’insegnamento, della riabilitazione o della terapia (sia essa medica o chirurgica).  “Abilitare” significa rendere capace di; mettere qualcuno nelle condizioni di; consentire di. L’abilitazione vocale rappresenta quindi un concetto più ampio rispetto al riparare una voce o riportare una voce patologica ad una condizione primitiva; implica il processo di potenziamento e rafforzamento di una voce, volto al raggiungimento di specifici bisogni del professionista vocale (siano essi nell’ambito del canto, della recitazione o della tecnica oratoria). 
Come si può intendere da quanto sopra esposto, negli USA la vocologia ha acquisito probabilmente una connotazione diversa rispetto a quella che ha attualmente nel nostro paese. Essa viene infatti riconosciuta come disciplina a sé stante, facente parte dell’insieme più vasto delle “communication sciences”, che includono per altro la foniatria, la logopedia e l’otorinolaringoiatria.

In Italia invece la vocologia rappresenta una super-specializzazione che, come suggeriscono Franco Fussi e Silvia Magnani, circostanzia e fornisce competenze alle figure professionali che si occupano della cura e abilitazione della voce professionale ed artistica, combinando e favorendo il dialogo tra  discipline mediche (foniatria, otorinolaringoiatria, logopedia etc.) con discipline non propriamente mediche, quali la pedagogia vocale nel canto, nella dizione, nella voce attoriale e nell’oratoria in genere. La vocologia non è una laurea né un diploma, vale a dire che il titolo non connota una figura professionale, ma attribuisce una competenza, indipendentemente dalla professione di base (medico, logopedista, maestro di canto etc.). E’ quindi un titolo con valenza integrativa, non qualificante.

In questa prospettiva, il vocologo (o esperto in vocologia) è un professionista che ha acquisito particolare competenza in campo vocale tramite un percorso di studio formalmente riconosciuto e che utilizza tale competenza all’interno del proprio campo professionale.  Al fine di evitare fraintendimenti, il termine andrebbe impiegato solamente da soggetti formati e accreditati presso corsi universitari riconosciuti e andrebbe associato all’esplicitazione formale del titolo della propria figura professionale. 


Fonti:

  • Titze I, Abbott KV. Vocology - The Science and Practice of Voice Habilitation. National Center for Voice and Speech editore, 2012.
  • Schindler O. La Voce – fisiologia, patologia, clinica e terapia.  Piccin editore, 2009.
  • Fussi F, Magnani S. Le competenze e i limiti delle figure professionali che si occupano di voce artistica: norme deontologiche. Atti dell’VIII Corso Internazionale di Foniatria e Logopedia La Voce Artistica, 2011.




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1 commento:

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